“Oggi 8 marzo vorrei omaggiare il mondo femminile con una rosa. Ho scelto la rosa perché per me rappresenta da sempre l'universo femminile; sia quando è ancora un tenero bocciolo o quando la ritroviamo conservata nel tempo tra le pagine di un libro. Pure se correlate a sentimenti diversi, entrambe sanno come evocare la forza di un amore umile, la tenerezza di una emozione che, anche a volerlo, non riesce a svanire.
Delicata
ma pungente, la rosa con eleganza si spiega come una spirale, per poi
schiudersi a partire dal suo centro, a ricordarci che è da lì che inizia la
nostra espansione e manifestazione individuale.
Se sento la necessità di creare un’allegoria tra la donna e la rosa non è per
una convenevole arte retorica, ma per introdurre quello che considero il
concetto base della femminilità, l’essenza femminile da sempre al centro del
mondo spirituale.
Nel
corso della storia, abbiamo assistito a una sorta di mascolinizzazione del
principio femminile; la donna infatti, nella speranza di ottenere i giusti
riconoscimenti e gli stessi diritti dell’uomo, si è travisata rinunciando a
quella parte di luce che le apparteneva da sempre.
Mi
sembra ovvio affermare che l’essenza femminile non c’entra nulla con il
mostrarsi femmine. Anche perché è essa stessa un’illusione: la perfezione del
femminile può risiedere in ogni essere umano, un’attitudine che tutti hanno ma
pochi ne sono coscienti e quindi non permettono che emerga.
Infatti
vedo il femminile come rappresentativo di un potere creativo assoluto e totale;
l’indiscutibile custode della luce divina: la scintilla della creazione. Il
femminino sacro, la personificazione che attraverso l’Io, consente all’essere
umano di ricongiungersi a sé stesso e aprirsi a nuovi modi di sentire il
proprio fondamento. Non si tratta quindi di un aspetto esterno dell’essere o
del profondo io, bensì dell’ascolto di quel silenzio che conduce la propria
essenza alla sensazione del reale. A tutte le donne che mi leggono, il più
profondo ringraziamento"
Moreno BLASI