Parte 2^
La Factory è un
grande loft situato al quarto piano di uno di quegli immensi condomini che
danno sulla 47th Strada Est. Funziona come una combinazione di club house,
centro sociale, lounge e
area di lancio per alcuni dei tipi più stravaganti di New York. E’
dove pavoneggiano modelle, teste farneticanti da anfetamina, poeti, bizzosi
registi underground, occasionalmente anche alcune personalità del cinema e
soprattutto rockstar.
La celebrità di Warhol schizza
alle stelle, diventando per lui una vera dipendenza. Investe molta energia
pur di rimanere argomento di discussione.
La sua arte diventa sempre più
una intenzionale provocazione, calcolata nel minimo dettaglio pur di creare
polemica e suscitare curiosità sulla stampa, mentre l’instancabile desiderio di
generare onde d'urto, spesso lo porta al puro sensazionalismo.
Lì in mezzo, nel 1965 arriva Lou Reed con
cui inizia una collaborazione artistica che porta il nome di Warhol all’interno
del mondo musicale .
Lou Reed è un uomo fascinoso, un musicista inimitabile.
Un giorno trova un libro giallo
nella spazzatura: il titolo Velvet Underground lo
imprigiona e lo ispira ad utilizzare quel nome per una
band che ha formato insieme a quattro amici reclutati nel mondo sotterraneo e
provenienti dalle più disparate esperienze, come John Cale, un
violoncellista gallese.
Warhol incontra i Velvet Underground quando
ha già trentasei anni vissuti intensamente, dalla forza trainante di un
successo seguito da un culto devoto di collaboratori artistici.
Reed di anni ne ha ventitré, forte come l'acciaio
inossidabile, sicuro di sé, e ambizioso come il suo mentore.
In Warhol, Reed ha
trovato un padre-madre-protector-catalizzatore-collaboratore che aveva sempre
desiderato.
A sua volta, Warhol ha
visto in Reed un
suo alter-ego più giovane in cui ritrovare la vitalità.
Sono entrambi persone isolate
che avevano avuto esaurimenti nervosi mantenendo in se stessi i loro pensieri
più intimi, ma ognuno poteva entrare in empatia con l'altro attraverso una
vulnerabilità mascherata.
Andy Warhol convince
i Velvet ad
inserire tra le loro file Nico, un’attrice
e modella tedesca, già Musa degli
esistenzialisti europei.
Reputa che Nico con la sua immagine possa
fare da front line al gruppo.
Idea che Reed e Cale trovano
molto ripugnante.
Ma la richiesta di Warhol porta
nuovi strumenti, sala prove gratuita, cibo, bevande, droghe, choc istantanei,
tutto questo in cambio di lasciar Nico fare
un paio di numeri insieme a loro.
Alle prime prove la band ha un
momento difficile.
Nascono incomprensioni su chi
avrebbe dovuto essere in primo piano: il suono o la voce. Nico dichiara
che Reed la
fa diventare paranoica, ma d’altronde paranoia è la parola chiave della Factory.
Warhol riesce a convincere Reed a scrivere alcuni brani che Nico possa interpretare con la band.
Warhol riesce a convincere Reed a scrivere alcuni brani che Nico possa interpretare con la band.
«I` ll be your mirror »
e « Femme
Fatale » sono alcuni di questi brani che saranno inseriti nel loro
album di debutto.
L’importanza di Nico nei
primi Velvet non
deve essere sottovalutata.
La sua voce così notturna e la
bellezza gelida aggiungono allo show una dimensione extra.
Cale stesso rimane colpito dal suo canto,
producendo in seguito un paio dei suoi album da solista.
Con loro crea un suono
travolgente, immagini sonore non definibili dalla terminologia
usuale.
Warhol li inserisce nel suo Exploding Plastic
Inevitable, una sorta di performance teatrale totale, in cui cerca di
coinvolgere al massimo gli spettatori.
L‘Exploding Plastic
Inevitable è una presentazione multimediale, dove i Velvet accompagnano un film di 70 minuti in bianco e nero dal titolo The Velvet Underground and Nico: A Symphony of Sound.
L'idea si è evolve rapidamente
in qualcosa di più ambizioso, andando ad utilizzare ballerini, luci, luci
stroboscopiche e diapositive, in una performance multi-mediale.
All’epoca lo show rappresenta
un avvenimento atipico e sensazionale: gli attori di Warhol si
aggirano sinistri tra il pubblico, le luci offrono dei chiaroscuri allucinanti
e i
Velvet Underground suonano tutta la loro musica scordata,
dilaniante, ma perfettamente in sintonia con i nuovi umori che aleggiano per New York.
Warhol centra ancora volta il segno.
Tutta l’ intellighenzia
newyorkese parla dell’avvenimento.
Warhol dirà in seguito: “Sapevamo tutti che
stava accadendo qualcosa di rivoluzionario”.
Lo percepivamo. Le
cose non potevano proseguire senza che qualche ostacolo venisse infranto”.
The Velvet Underground and Nico è un album che la band non avrebbe
mai pensato di registrare.
Andy Warhol prende la decisione di registrare
l'album prima di venderlo ad una etichetta discografica, senza un preventivo
contratto.
Il vantaggio è evidente:
nessuno può interferire con la produzione.
Ma anche lo svantaggio è
chiaro: la totale mancanza di fondi.
Il risultato riflette sia nel
senso di libertà della realizzazione che nelle limitazioni economiche.
Viene registrato in uno studio
a basso costo, con solo quattro microfoni disponibili.
I Velvet lavorano
agli arrangiamenti immediatamente prima delle sessioni di registrazione, in
maniera di trasferire il sound su vinile il prima possibile.
La qualità del risultato la
dice lunga circa la loro determinazione e sul breve tempo trascorso in studio.
Nel corso degli anni ci sono
state un sacco di speculazioni circa il ruolo che Warhol ha
nella realizzazione di questo storico album.
Ha editato l'artwork ,
che rimane una delle più famose copertine di tutti i tempi: una banana che si
stacca dalla copertina mostrando al suo interno una banana rosa.
Nell'album viene accreditato
come produttore, anche se in un senso convenzionale del termine non c'è stato
alcun produttore. Warhol è stato più che altro l’ispiratore.
Tuttavia, il suo ruolo è stato
essenziale.
Lou Reed anni dopo dichiarerà:
“Andy è stato il
produttore e Andy stava
seduto dietro al banco di missaggio rapito da tutto quel turbinio di luci
lampeggianti.
Lui ha reso possibile che noi fossimo noi
stessi, profondendoci fiducia con la sua sola presenza.”
In un certo senso lui ha
realmente prodotto l’album, proteggendoci da tutte le situazioni negative che
sarebbero potute arrivare. Potevamo fare tutto ciò che volevamo e lui ce lo
avrebbe permesso.
Rappresentava
un’istituzione e nessuno lo avrebbe fermato, perché lui era Andy Warhol. Certo
che ne sapeva poco di produzione discografica ...
Se ne stava seduto lì e si
limitava a dire,”Oooh è` fantastico”, e il tecnico del suono a ripetergli, “Oh yeah! Giusto! Non
è fantastico?”.
L'album è ormai prossimo alla
pubblicazione e dopo il grande successo di New York, i Velvet vengono
invitati a suonare in California.
Tutti i tredici membri dello
spettacolo fanno le valigie e prendono l'aereo traboccanti di entusiasmo,
sicuri che gli dei del rock sono dalla loro parte e che anche sulla costa
occidentale avrebbero trovato un ambiente abbastanza stravagante da abbracciare
il loro insolito sound.
Cosa potrebbe esserci di meglio
della California,
di Hollywood per Andy Warhol e Nico, per
canzoni che parlano di sesso, droga e paranoia?
Invece si sbagliano. I Velvet al di fuori di New York non hanno una buona reputazione: sono visti come una band da anfetamina.
Invece si sbagliano. I Velvet al di fuori di New York non hanno una buona reputazione: sono visti come una band da anfetamina.
I figli dei fiori di San Francisco vedono
nei Velvet il
male urbano e corrotto di New York che
avrebbe contaminato l’innocenza e la bellezza nella musica californiana.
Il tour termina dopo appena la
prima esibizione.
Rimangono a Los Angeles tre
settimane, pretendendo il rispetto del contratto.
Lou Reed inizia a discutere sui pagamenti e Warhol non
è quel gran manager che tutti si aspettano.
Dopo l’uscita del disco tutti vedono
in lui un oculato affarista, e ciò da fastidio a Lou Reed che
non vedendosi coinvolto, inizia a prenderne le distanze.
Suonano in altre esibizioni al Fillmore di San Francisco,
ma non riscuotono il successo sperato.
Quando tornano a New York, Lou è
colpito da un grave caso di epatite.
Passa sei settimane in ospedale
a curarsi.
I Velvet nel
frattempo senza di lui partecipano ad alcuni concerti a Chicago che
riscuotono un grande successo.
Reed diventa paranoico perché sente che sta perdendo il
controllo della band.
E’ molto frustrato al pensiero
che lui non sia più la stella della band, dal momento che Andy Warhol e Nico ne
hanno assunto tutti i crediti.
Smette di scrivere canzoni per Nico, e quando
sente che Warhol la
incoraggia ad una carriera solista, dichiara che la società tra lui, Nico, Andy Warhol e
i Velvet
Underground è finita.
E finisce un' amicizia per
volontà degli dei di tutti i mondi e di tutti i Paesi.
continua...
Moreno BLASI
Nessun commento:
Posta un commento