lunedì 16 ottobre 2017

Music Capsule Andy Warhol e i Velvet Undergroung



Parte 2^
La Factory è un grande loft situato al quarto piano di uno di quegli immensi condomini che danno sulla 47th Strada Est. Funziona come una combinazione di club house, centro sociale, lounge e area di lancio per alcuni dei tipi più stravaganti di New York. E’ dove pavoneggiano modelle, teste farneticanti da anfetamina, poeti, bizzosi registi underground, occasionalmente anche alcune personalità del cinema e soprattutto rockstar. 
La celebrità  di Warhol schizza alle stelle, diventando per lui una vera dipendenza. Investe molta energia pur di rimanere argomento di discussione. 
La sua arte diventa sempre più una intenzionale provocazione, calcolata nel minimo dettaglio pur di creare polemica e suscitare curiosità sulla stampa, mentre l’instancabile desiderio di generare onde d'urto, spesso lo porta al puro sensazionalismo.

Lì in mezzo, nel 1965 arriva Lou Reed con cui inizia una collaborazione artistica che porta il nome di Warhol all’interno del mondo musicale .
Lou Reed è un uomo fascinoso, un musicista inimitabile.
Un giorno trova un libro giallo nella spazzatura: il titolo Velvet Underground  lo imprigiona  e lo ispira ad utilizzare quel nome per  una band che ha formato insieme a quattro amici reclutati nel mondo sotterraneo e provenienti dalle più disparate esperienze, come John Cale, un violoncellista gallese.
Warhol incontra i Velvet Underground quando ha già trentasei anni vissuti intensamente, dalla forza trainante di un successo seguito da un culto devoto di collaboratori artistici. 
Reed di anni ne ha ventitré, forte come l'acciaio inossidabile, sicuro di sé, e ambizioso come il suo mentore. 
In WarholReed ha trovato un padre-madre-protector-catalizzatore-collaboratore che aveva sempre desiderato. 
A sua volta, Warhol ha visto in Reed un suo alter-ego più giovane in cui ritrovare la vitalità. 
Sono entrambi persone isolate che avevano avuto esaurimenti nervosi mantenendo in se stessi i loro pensieri più intimi, ma ognuno poteva entrare in empatia con l'altro attraverso una vulnerabilità mascherata. 
Andy Warhol convince i Velvet ad inserire tra le loro file Nico, un’attrice e modella tedesca, già Musa degli esistenzialisti europei.
Reputa che Nico con la sua immagine possa fare da front line al gruppo.
Idea che Reed e Cale trovano molto ripugnante.
Ma la richiesta di Warhol porta nuovi strumenti, sala prove gratuita, cibo, bevande, droghe, choc istantanei, tutto questo in cambio di lasciar Nico fare un paio di numeri insieme a loro. 
Alle prime prove la band ha un momento difficile. 
Nascono incomprensioni su chi avrebbe dovuto essere in primo piano: il suono o la voce. Nico dichiara che Reed la fa diventare paranoica, ma d’altronde paranoia è la parola chiave della Factory.
Warhol riesce a convincere Reed a scrivere alcuni brani che Nico possa interpretare con la band. 
«I` ll be your mirror » e « Femme Fatale » sono alcuni di questi brani che saranno inseriti nel loro album di debutto.
L’importanza di Nico nei primi Velvet non deve essere sottovalutata. 
La sua voce così notturna e la bellezza gelida aggiungono allo show una dimensione extra. 
Cale stesso rimane colpito dal suo canto, producendo in seguito un paio dei suoi album da solista.
Con loro crea un suono travolgente, immagini sonore  non definibili dalla terminologia usuale.
Warhol li inserisce nel suo Exploding Plastic Inevitable, una sorta di performance teatrale totale, in cui cerca di coinvolgere al massimo gli spettatori.
L‘Exploding Plastic Inevitable è una presentazione multimediale, dove i Velvet accompagnano un film di 70 minuti in bianco e nero dal titolo The Velvet Underground and NicoA Symphony of Sound. 
L'idea si è evolve rapidamente in qualcosa di più ambizioso, andando ad utilizzare ballerini, luci, luci stroboscopiche e diapositive, in una performance multi-mediale.
All’epoca lo show rappresenta un avvenimento atipico e sensazionale: gli attori di Warhol si aggirano sinistri tra il pubblico, le luci offrono dei chiaroscuri allucinanti e i
Velvet Underground suonano tutta la loro musica scordata, dilaniante, ma perfettamente in sintonia con i nuovi umori che aleggiano per New York.
Warhol centra ancora volta il segno.
Tutta l’ intellighenzia newyorkese parla dell’avvenimento.
Warhol dirà in seguito: “Sapevamo tutti che stava accadendo qualcosa di rivoluzionario”. 
Lo percepivamo. Le cose non potevano proseguire senza che qualche ostacolo venisse infranto”.
The Velvet Underground and Nico è un album che la band non avrebbe mai pensato di registrare. 
Andy Warhol prende la decisione di registrare l'album prima di venderlo ad una etichetta discografica, senza un preventivo contratto. 
Il vantaggio è evidente: nessuno può interferire con la produzione. 
Ma anche lo svantaggio è chiaro: la totale mancanza di fondi. 
Il risultato riflette sia nel senso di libertà della realizzazione che nelle limitazioni economiche. 
Viene registrato in uno studio a basso costo, con solo quattro microfoni disponibili. 
Velvet lavorano agli arrangiamenti immediatamente prima delle sessioni di registrazione, in maniera di trasferire il sound su vinile il prima possibile. 
La qualità del risultato la dice lunga circa la loro determinazione e sul breve tempo trascorso in studio.
Nel corso degli anni ci sono state un sacco di speculazioni circa il ruolo che Warhol  ha nella realizzazione di questo storico album. 
Ha editato l'artwork , che rimane una delle più famose copertine di tutti i tempi: una banana che si stacca dalla copertina mostrando al suo interno una banana rosa.
Nell'album viene accreditato come produttore, anche se in un senso convenzionale del termine non c'è stato alcun produttore. Warhol è stato più che altro l’ispiratore. 
Tuttavia, il suo ruolo è stato essenziale. 
Lou Reed anni dopo dichiarerà:
Andy è stato il produttore e Andy stava seduto dietro al banco di missaggio rapito da tutto quel turbinio di luci lampeggianti. 
Lui ha reso possibile che noi fossimo noi stessi, profondendoci fiducia con la sua sola presenza.” 
In un certo senso lui ha realmente prodotto l’album, proteggendoci da tutte le situazioni negative che sarebbero potute arrivare. Potevamo fare tutto ciò che volevamo e lui ce lo avrebbe permesso. 
Rappresentava un’istituzione e nessuno lo avrebbe fermato, perché lui era Andy Warhol. Certo che ne sapeva poco di produzione discografica ...
Se ne stava seduto lì e si limitava a dire,”Oooh è` fantastico”, e il tecnico del suono a ripetergli, “Oh yeah! Giusto! Non è fantastico?”. 
L'album è ormai prossimo alla pubblicazione e dopo il grande successo di New York, i Velvet vengono invitati a suonare in California
Tutti i tredici membri dello spettacolo fanno le valigie e prendono l'aereo traboccanti di entusiasmo, sicuri che gli dei del rock sono dalla loro parte e che anche sulla costa occidentale avrebbero trovato un ambiente abbastanza stravagante da abbracciare il loro insolito sound. 
Cosa potrebbe esserci di meglio della California, di Hollywood per Andy Warhol e Nico, per canzoni che parlano di sesso, droga e paranoia?
Invece si sbagliano.  I Velvet al di fuori di New York non hanno una buona reputazione: sono visti come una band da anfetamina
I figli dei fiori di San Francisco vedono nei Velvet il male urbano e corrotto di New York che avrebbe contaminato l’innocenza e la bellezza nella musica californiana.
Il tour termina dopo appena la prima esibizione.
Rimangono a Los Angeles tre settimane, pretendendo il rispetto del contratto. 
Lou Reed inizia a discutere sui pagamenti e Warhol non è quel gran manager che tutti si aspettano. 
Dopo l’uscita del disco tutti  vedono in lui un oculato affarista, e ciò da fastidio a Lou Reed che non vedendosi coinvolto, inizia a prenderne le distanze.
Suonano in altre esibizioni al Fillmore di San Francisco, ma non riscuotono il successo sperato.
Quando tornano a New YorkLou è colpito da un grave caso di epatite. 
Passa sei settimane in ospedale a curarsi. 
Velvet nel frattempo senza di lui partecipano ad alcuni concerti a Chicago che riscuotono un grande successo.
Reed diventa paranoico perché sente che sta perdendo il controllo della band. 
E’ molto frustrato al pensiero che lui non sia più la stella della band, dal momento che Andy Warhol e Nico ne hanno assunto tutti i crediti. 
Smette di scrivere canzoni per Nico, e quando sente che Warhol la incoraggia ad una carriera solista, dichiara che la società tra lui, NicoAndy Warhol e i Velvet Underground è finita.
E finisce un' amicizia per volontà degli dei di tutti i mondi e di tutti i Paesi.

continua...

Moreno BLASI




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